Tesori Precolombiani

Tesori Precolombiani, con il termine Precolombiano si indicano tutte quelle culture esistenti nelle Americhe prima dell’arrivo di Cristoforo Colombo e, di conseguenza, anche i manufatti da loro realizzati, fossero essi vasellame, tessuti, gioielli e ornamenti. Per un periodo di oltre 3000 anni, dal 1500 a. C. al 1500 d.C., parecchie civiltà native utilizzarono l’oro per creare manufatti che esprimessero la loro identità: i Nazca e Chimù in Perù, i Calima, Tolima e Zenù in Colombia, i Cocle a Panama. Questi popoli condividevano uno spirito di riverenza verso tale straordinario metallo, considerato “una goccia di Sole”, mentre l’argento era ritenuto meno prestigioso e definito “ lacrime della luna”.
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Ciò che caratterizza i modelli degli ornamenti Precolombiani è lo stile proprio con il quale gli orafi sapevano creare i loro manufatti, con soggetti legati al mondo animale quali uccelli, pesci, rane, conchiglie, scimmie, e vegetale, come fiori e piante. Per i motivi antropomorfi, i temi più utilizzati consistevano in figure di musicisti e donne con bambini, come pure maschere cerimoniali o funebri dalla possente forza espressiva. I metodi di lavorazione utilizzati variavano dalla filigrana, alla granulazione, alla tecnica della cera persa fino alla placcatura in oro, tutte sviluppate indipendentemente ma parallelamente all’artigianato mediterraneo ed asiatico. Gli orafi del tempo acquisirono inoltre la capacità di produrre i loro gioielli utilizzando leghe di metallo: l’oro veniva utilizzato al 40-60%, l’argento al 25-40% ed il rame al 15-20%, e la vera abilità degli artigiani era quella di martellare la lega fino a realizzarne dei fogli della misura e spessore desiderato, i quali venivano successivamente riscaldati e veniva data loro la forma desiderata.
La Colombia fu sempre il paese-culla di questo artigianato grazie alla grande quantità di oro che si trovava nei fiumi che scendevano dalle Ande.
Le ultime popolazioni colombiane, gli Zenù e i Muisca realizzarono dei veri e propri capolavori, adottando le tecniche dei loro antenati e sviluppando inoltre la capacità di ridurre l’oro in fili, cosa che permetteva di creare orecchini ed ornamenti da naso più leggeri rispetto ai precedenti come anche decorazioni più delicate per le maschere cerimoniali ed i diademi da capelli .
Gli orafi Zenù furono grandi artefici di straordinari oggetti in oro puro servendosi di tecniche quali la martellatura del metallo, mentre per le decorazioni a traforo venivano impiegati ceselli e punteruoli; l’insieme di queste lavorazioni rendeva gli oggetti leggeri, di assoluto realismo e spesso tridimensionali.
Grazie agli Zenù e ai Muisca, la tradizione della lavorazione dell’oro si mosse verso il nord raggiungendo verso il 500 d.C. il Panama e il Costarica, dove le culture allora presenti riproducevano ornamenti soprattutto zoomorfi.
Sebbene tutta l’oreficeria pre-colombiana venisse realizzata ispirandosi a profondi significati religiosi, le persone l’amavano ed apprezzavano soprattutto per il talento dell’orafo, e gli oggetti non venivano mai utilizzati come dimostrazione di ricchezza o come moneta di scambio.
Tutto ciò venne purtroppo distrutto dalla conquista spagnola del 1500 quando i conquistatori,che consideravano questi manufatti come ornamenti pagani, cancellarono una ricchezza culturale che durava da oltre 3000 anni.
Ciò che rimane delle culture Zenù e Muisca, le più prolifiche, è visibile oggi nel Museo del Oro di Bogotà e nel Museo del Oro di Lima.
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